C’è stato un tempo in cui bere un bicchiere di vino era una questione di fiducia. Fiducia nella cantina, nel vitigno, nel territorio. Fiducia nel fatto che dentro quella bottiglia ci fosse solo uva e passione. Ed è ancora così, per molti versi. Ma oggi, nel 2025, c’è qualcosa in più: il vino deve anche raccontarsi apertamente. Non solo attraverso profumi e sapori, ma anche attraverso un linguaggio che fino a poco fa sembrava estraneo a questo mondo: quello della trasparenza nutrizionale.
Dal 2024, con l’entrata in vigore del Regolamento UE 2021/2117, è diventato obbligatorio fornire informazioni nutrizionali e ingredienti anche per il vino. Una novità che ha fatto storcere il naso a qualcuno, soprattutto tra i piccoli produttori, ma che ha portato finalmente il settore vitivinicolo sullo stesso piano di tutti gli altri alimenti.
Il vino non è più un’eccezione
Per decenni il vino è stato considerato un prodotto “speciale”, quasi sacro. Nonostante sia un alimento a tutti gli effetti, era esente da obblighi di trasparenza nutrizionale. Nessuna indicazione sulle calorie, nessuna lista di ingredienti, nessuna informazione sugli additivi usati durante la vinificazione.
Ora, questa eccezione non esiste più. Oggi ogni bottiglia di vino venduta nell’Unione Europea deve offrire al consumatore due tipi di informazioni: alcune obbligatoriamente stampate sull’etichetta fisica, altre accessibili in formato digitale, tramite un semplice QR code.
Questa divisione, tra cartaceo e digitale, è stata pensata per non appesantire le etichette tradizionali, che spesso fanno parte dell’identità del vino, ma allo stesso tempo per garantire accesso completo e chiaro a tutte le informazioni che ci interessano davvero.
L’etichetta oggi: trasparenza, non solo estetica
In concreto, sull’etichetta fisica della bottiglia deve essere riportato il valore energetico del vino, espresso in kilojoule (kJ) e chilocalorie (kcal), riferito a 100 ml. Questo è il cuore della nuova etichetta nutrizionale. A fianco, devono essere indicati anche gli allergeni eventualmente presenti, come i solfiti, o – meno noti al grande pubblico – i chiarificanti a base di uovo, latte o derivati del pesce, che vengono ancora utilizzati in alcune cantine.
Tutto il resto, invece, può (anzi, deve) essere pubblicato online: l’elenco completo degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale dettagliata. È qui che la tecnologia entra in gioco. Con un semplice QR code, il consumatore può accedere a una pagina web dove leggere l’intera composizione del vino, proprio come accade con un qualsiasi alimento confezionato.
Ecco cosa deve includere la dichiarazione nutrizionale completa, accessibile digitalmente:
- valore energetico (ripetuto anche online)
- grassi totali e grassi saturi
- carboidrati e zuccheri
- proteine
- sale
Tutti questi valori sono espressi per 100 ml di prodotto. È un modo diretto per confrontare i vini tra loro o valutarne l’impatto in una dieta, anche per chi segue regimi alimentari particolari.
Il digitale al servizio del vino (e non il contrario)
Un altro aspetto interessante è l’uso della tecnologia. Il QR code non è un’invasione, è un ponte. Permette di conservare la bellezza delle etichette tradizionali, spesso curate in ogni minimo dettaglio, ma allo stesso tempo di offrire tutta l’informazione che oggi è richiesta, e giustamente attesa, da chi beve.
E non si tratta solo di “mettere un codice sulla bottiglia”. Le informazioni online devono essere facilmente accessibili, gratuite, disponibili nella lingua del mercato in cui il vino viene venduto e, cosa importantissima, non devono tracciare i dati del consumatore. Anche la privacy, insomma, è parte della trasparenza.
Una guida utile per chi produce
Se sei un produttore di vino, sappiamo che tutto questo può sembrare complicato. Ma non deve esserlo per forza. Oggi esistono strumenti pensati proprio per semplificare questo passaggio epocale, rendendolo anche un’opportunità di comunicazione e marketing.
Uno di questi strumenti è Diwitag: una piattaforma che ti aiuta a generare etichette nutrizionali digitali in linea con la normativa europea, in pochi minuti e senza margini d’errore. Una risorsa preziosa per chi vuole fare le cose in regola, ma anche per chi vuole raccontare meglio il proprio vino.
Il vino non perde la sua anima perché diventa più trasparente. Anzi, ne guadagna. Perché oggi più che mai, sapere cosa c’è in un calice non toglie magia: aggiunge fiducia.